Il Distretto del Contemporaneo può rappresentare il punto di partenza di un programma di azioni capace di promuovere un grande polo urbano di interesse culturale con lo scopo di proporre a livello nazionale e internazionale l’immagine di una Roma contemporanea accanto a quella storica compresa all’interno delle Mura Aureliane.
Non si tratta solo di costruire per i cittadini di Roma e per i visitatori della Capitale un nuovo itinerario culturale da aggiungere a quelli ben noti dell’antichità romana, del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco ma anche di mettere a sistema e coordinare le attività e le iniziative avviate dai soggetti – istituzionali, culturali, sportivi – presenti nell’area, e a proiettare a livello internazionale una città contemporanea non più ancorata solo al suo straordinario passato.
Il Distretto:
- si propone come un primo e originale contributo per mettere in luce questo ambito come parte riconoscibile e configurata della città, avviando azioni che ne promuovano la conoscenza, la conservazione, la valorizzazione, in un’ottica coerente con le molteplici iniziative avviate dall’Unione Europea che attribuiscono grande rilievo al recupero e alla conservazione del patrimonio materiale e immateriale come risorsa da salvaguardare.
- ha l’obiettivo di costruire un vero e proprio museo a cielo aperto delle opere d’arte e architettura con lo scopo di offrirne una nuova prospettiva: trasformarlo da un sistema discreto di elementi, da una collezione di manufatti e di opere distinte ad un sistema continuo e integrato nel quale lo spazio pubblico rappresenti il tessuto connettivo di un comparto urbano nel quale sia riconoscibile l’immagine contemporanea di Roma.
- ha lo scopo di costituire un attivo e vivace laboratorio sperimentale sul tema del restauro e il recupero dell’architettura recente che, ancora oggi, stenta a ottenere un effettivo riconoscimento di valore.
Può essere immaginato come luogo ideale dove riversare studi e approfondimenti conoscitivi rivolti sia agli esperti che a un pubblico più vasto: un laboratorio destinato anche a colmare l’attuale distanza tra l’azione di tutela prevista dalla legge e la ricerca nel campo della conservazione dell’architettura recente. (Un laboratorio, di fatto, già avviato con il “Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio”, frutto di una ricerca svolta, grazie alla Getty Foundation, dalla Sapienza Università di Roma, dalla Fondazione Pier Luigi Nervi Project e da Docomomo Italia, in accordo con Roma Capitale).
- vuole identificare un luogo in cui si elaborano strategie di sensibilizzazione e di formazione, mettendo in risonanza la rete materiale costituita dalle opere architettoniche e artistiche e la rete immateriale costituita dai soggetti – istituzionali, culturali, sportivi – che lo abitano.
- intende creare una realtà urbana vivibile, interconnessa, in cui visitatori e cittadini possano interagire tra loro e con le Istituzioni, il cui nodo centrale può essere svolto dal Ministero degli Esteri (l’organo preposto a mostrare l’Italia sulla scena internazionale, impegnato a indicare nuove vie di collaborazione dentro e fuori il Paese), il Ministero della Cultura, Roma Capitale, e le altre Istituzioni attive sul territorio come la Sapienza Università di Roma e l’Università del Foro Italico.